Mimore è il dipartimento di attività integrato di salute mentale dell'azienda USL Inps di Reggio Emilia. È in particolare piacere perché è una edizione, diciamo speciale Special Edition, si potrebbe dire, in quanto questa. Dovrebbe essere il contrario che molto, molto più famoso del sottoscritto. E ha ragione perché in Italia, ma anche, diciamo internazionalmente, un comunicatore social, in particolare tu per la su
Instagram ci sono dei. Numeri stratosferici di follower, quindi un comunicatore che ha saputo raggiungere e comunicare e divulgare e anche, sono sicuro, stimolare la riflessione. Anche il cambiamento di molte persone è tantissimo. Il dottor Valerio rosso dottor Rosso è psichiatra. Dell'azienda Asl tre di Genova e però ha questa. Ricchissima attività. Social di cui ci parlerà oggi e pensando a questa introduzione m'è venuto in mente che pure nell'arco breve, negli ultimi 10
anni. Ci sono stati dei temi che hanno polarizzato l'attenzione pubblica di cui sicuramente ciascuno di noi ha discusso e ha parlato per gruppi di Pierce, anche di colleghi. Per chi alla mia età diciamo questo, questo è vero. Almeno tre fenomeni, uno. Fenomeni su cui c'erano quelli che sostenevano la frazione, ma questo scomparirà. È una è qualcosa di irrilevante che è una moda passeggera che di cui non è neanche.
Di cui è meglio, non può parlarci perché sono energie perse e altri invece che ne hanno hanno pulito di di strumenti EE oggetti. Il potenziale futuro? Quei tre vi penso, sono i social media più di 10 anni. Comunque questo dibattito me lo ricordo bene. L'intelligenza artificiale? E poi un'altro che chi ha intuito presto oggi molto dico, cioè i Bitcoin e la moneta
sempre. Elettronica bene Valerio rosso sicuramente ha colto molto presto di potenzialità dei social media, ma anche dell'intelligenza artificiale applicata alla nostra disciplina, alla medicina e alla psichiatria e quindi una sua relazione parlerà proprio di questo, il cambiamento che può introdurre nella nostra professione dei mezzi di utilizzo. Competente di mezzi così potenti come social media e intelligenza artificiale hanno chiesto anche di aiutarci, oltre a cogliere.
Le le possibilità, le potenzialità incredibili di questi mezzi. Anche di darci qualche suggerimento per stivare i rischi, perché quando sappiamo che uno strumento è molto potente, farmaco è molto potente. Un messaggio molto potente può anche fare molti danni. Grazie davvero per essere con noi. Grazie a te. Allora grazie al prof. Galeazzi del del saluto e ci lasciate altri impegni. Buon pomeriggio anche da parte
mia. Ci tenevo a far a presentare a Valerio chi sono, più o meno ovviamente a uno, però sulle mani, specializzandi, su e giù sulle mani. Quindi gli stand interni per la riabilitazione psichiatrica. Giù e sulle mani tutti gli altri. Grazie. C'è stata anche l'idea, più o meno di chi hai dato. Nel 2003 succedeva una cosa meravigliosa, cioè io ero specializzanda e ero specializzando anche il dottor Rossi. E ci siamo conosciuti una cosa simpatica, che non so se ti
ricordi. Ci hanno insegnato, ci insegnavano un corso sulle sui fogli Frascati, ci insegnavano una tecnica di color coding. Per strutturare un articolo scientifico, sconosciuti ci hanno dato in mano a ciascuno quattro evidenziatori verdi e ci hanno detto, adesso questi articoli ci li dovete colorare a. Seconda. Delle, insomma degli aspetti metodologici dell'epoca e il suo statuto. Che mi piacerà per tutto il tempo. Ovviamente mi disturbava e lui che mi parlava.
Insomma, ci siamo conosciuti due anni fa, sono vecchissimi. Quindi. Insomma, grande piacere la seconda volta. Parlavo centrale per la nostra università, sono molto, molto, molto contenta che sia venuto qui oggi, direi anche loro. Grazie Silvia, me lo ricordo benissimo allora mi ricordo perfettamente quel giorno in cui ho anche di fatto. Fatto coming out sulle mie psicopatologie chiaramente parlavo molto, parlo molto, tendo a parlare parecchio in ogni contesto e anche in maniera
un po' inappropriata. Mi rendo conto, Aspettate che faccio partire. E tra parentesi delle tre cose che diceva Prima Gian, una, l'ultima. Comunque moderatamente ne ho approfittato anche di quella, perché anche Bitcoin è stato un mio interesse e oggi ha raggiunto i 110.000 $, quindi insomma sono anche un po' contento per questo. Allora io pensavo di parlare oggi. Più in generale del cambiamento che sta avvenendo in psichiatria.
Un cambiamento che è indubbiamente passa, è passato, passa e passerà sempre di più della trasformazione digitale del nostro mondo, ovviamente. Curiosità, quanti di voi usano quotidianamente nella loro attività clinica l'intelligenza artificiale quotidianamente? Ok, due persone, due. Interessante. Poi dopo vedremo perché grazie Eh questo coming out vostro un po' imbarazzante, mi rendo conto, ma io l'ho alzato la mano perché anch'io la uso, la sto usando in maniera molto intensiva.
In realtà il cambiamento che ha questa immagine come riassunto, cioè la nostra società sta cambiando in maniera esponenziale. OK, in realtà. Ciao grande cambiamento che ha a che vedere con tantissime aree sociali della cultura, informazioni, abitudini, economia, clima, psicopatologie, patologie croniche generali. Noi siamo ottimisti quando parliamo di cambiamento
esponenziale. In realtà molte persone che stanno studiando in maniera approfondita il cambiamento della società odierna parlano di cambiamento super esponenziale. C'è un cambiamento che ha una ripidità ancora maggiore. Questo cambiamento non può non riguardare in maniera importantissima. La nostra area di competenza, cioè la psichiatria, quello che vediamo tutti i giorni negli ambulatori, negli ospedali e come è la forma che prenderà il nostro lavoro nel prossimo futuro.
Questo cambiamento è oltre alle cose che abbiamo detto, quindi informazioni sociali, cambiamento climatico, eccetera eccetera eccetera, è fortemente diretto verso la rivoluzione digitale. Ce ne siamo tutti abbastanza accorti, ma non completamente e soprattutto sempre con un certo livello di ritardo. Oggi ho deciso di mettere delle nuvole di significati per cercare di organizzare un pochino il mio pensiero. Che dite se è abbastanza caotico ma non troppo se organizzato in questa maniera?
Ecco, là in alto vedete gli psichiatri e il digitale, più o meno quando io e la dottoressa Ferrari, professoressa Ferrari,
ci conoscevamo. Era il lo stesso periodo in cui io dovevo trovare un modo per fare una tesi che mi interessasse, che mi interessasse a sufficienza e mi ero messo a parlare coi miei prof, con i miei strutturati e con il direttore della mia scuola di specializzazione e le due tesi che volevo portare, una era sulla cartella clinica elettronica e l'altra era sulla comunicazione medico paziente tramite webcam, OK. Qualcosa effettivamente di
abbastanza all'avanguardia. E io ricordo benissimo che il mio professore che è era perché è mancato recentemente, si chiamava Romolo Rossi, una persona di intelligenza super Fina 1 1, grande psicanalista italiano e che ha insegnato tanto a tutti noi. Però era stato molto tranchant per riagganciarmi a quello che diceva prima ha detto, caro dottor Rosso, la psichiatria. E l'informatica non avranno mai niente a che fare, quindi si tolga dalla testa di fare una
tesi di questo genere. Poi ho fatto una bella tesi sui rapporti fra cuore, cervello, depressione, insomma tutto questo questo per cosa? Dire che noi psichiatri, benché siamo. Rappresentanti di una disciplina coraggiosa, sperimentale, culturalmente molto connessa al suo tempo. Abbiamo comunque il corriamo il rischio di perderci dei grossi trend grossissimi trend culturali anche le persone più in gamba.
OK, pensate che nello stesso periodo è sempre il nostro professor Rossi, che ora dico solo le cose brutte, ma in realtà dice una cosa anche molto interessanti e molto belle. Una volta durante una riunione ci disse, ragazzi è è un disastro. Adesso ci sono i raid, ci sono i raid e avremo un'invasione di ragazzi che useranno la che cammina, una droga pericolosissima. OK, in mio prof probabilmente e tutte le persone all'epoca in Italia ma anche in Europa non avevano neanche nell'anticamera
del cervello. La possibilità che la chetalmina sarebbe stata utilizzata a breve, in pochi anni, come farmaco OKEE la psichiatria ha sempre rincorso faticosamente nelle evoluzioni psicofarmacologiche spesso non guidandole lei no, ma facendosi un po' guidare, diciamo dall'industria e da altre aree limitrofe. Ecco, questo per dire che cosa? Che noi psichiatri siamo estremamente esposti ai cambiamenti.
Li possiamo vedere. Abbiamo addirittura un osservatorio privilegiato, perché noi vediamo tanti ragazzi, tanta gente, le persone, le persone che vivono nel mondo, ecco. Ma dobbiamo anche diventare un pochino più avventurosi, un pochino più arditi, nell'iniziare a coglierne i significati profondi. La rivoluzione digitale ha portato dei cambiamenti
incredibili. Incredibili però cambiamenti che ad al momento non stiamo ancora guidando noi, nonostante siano cambiamenti appunto che come vedremo, impatteranno tantissimi stanno impattando e impatteranno sempre di più nel futuro. Questi sono i social media, l'intelligenza artificiale, realtà virtuale, realtà aumentata, cartella clinica elettronica. Ragazzi, chi è che di voi non sta usando una cartella clinica elettronica?
Tutti. Ok, e qual è il rischio di sottrarsi dalla discussione dall'approfondimento di queste tematiche? Che poi ci ritroviamo a dover usare strumenti, tecnologie che non abbiamo guidato noi ed è un problema molto rilevante perché poi le troviamo sui nostri computer, nei nostri ambulatori, tutti i giorni, tutti i giorni, e vedremo che questo riguarda sia i social media e
l'intelligenza artificiale. Inoltre, alcuni cambiamenti enormi sono stati nuovamente non guidati dalla consapevolezza, ma dallo stato delle cose no. Il Covid di fatto ha fatto fare marcia indietro a tutte quelle. Vi ricordate il Covid? Sembra un milione di anni fa, OKE, ieri tutti in casa chiusi, tutti con le webcam accesi eccetera, ha fatto sì che la
legge. Sulla possibilità di fare telemedicina, teleconsulti eccetera eccetera eccetera diventasse qualcosa di effettivamente reale, concreto, OK, con i limiti e con i problemi che ha ancora e ha fatto partire, ha fatto partire enormi piattaforme digitali che adesso erogano l'Italia nel mondo psicoterapia online, OK.
Nuovamente una scelta che ha impattato fortemente sulla psichiatria, che è forse la disciplina che più di tutte può permettersi un approccio in alcuni casi anche completamente, diciamo per via remota, delle medicina. Ha fatto fare marcia indietro a tutti i puristi, inclusi quelli della mia scuola unitaria. No, non si può fare psicoterapia se non c'è il setting contro setting eccetera.
Si è capito che le cose. Si possono fare comunque, ci sono dei cambiamenti che impattano sulla relazione, non si può essere così ingenui per non riconoscerlo, ma come accade spesso, noi dobbiamo vivere con il rapporto. Rischio beneficio in mente come medici. OK, questo è una cosa che dovremmo fare tutti i giorni della nostra vita. Qual è il rischio? Qual è il beneficio di quello che stiamo scegliendo bene? Il Covid ci ha fatto scegliere in maniera obbligata qualcosa di
enorme. Il fatto di iniziare a fare visite online di fatto la rivoluzione digitale ha anche impattato su altri temi propri della psichiatria. E l'ha fatto in maniera molto, molto violenta, molto violenta. Mi riferisco ad esempio a come si è diffuso il concetto di neurodivergenze nella comunità scientifica. E a, come si è diffuso il concetto di Rinascimento psichedelico nella nella comunità scientifica?
Io ricordo bene quando ho sentito parlare per la prima volta di neurodivergenze, ero all'i PAA San Francisco 2009. Fuori dal Congresso c'erano due banchetti da Unaparteceral'associazionedeifamiliariadh.de, dall'altra parte c'erano scientologi e tutti i loro personaggi e. Non se ne parlava minimamente al Congresso, diciamo più importante degli Stati Uniti, di psichiatria.
Il digitale ha accelerato questo trend sotterraneo, quindi di conoscenza proprio di quelle situazioni in cui le persone stanno andando più avanti della nostra percezione. Non possiamo lamentarci poiché lo facciano male, fanno quello che possono. Le persone dovremmo essere noi. A entrare più velocemente? No, in questi mega trend, accoglierli più velocemente e probabilmente i social media ci hanno permesso di capire che c'era qualcosa di grosso che si
muoveva in questa direzione. Qualcosa di molto grosso, qualcosa di enorme in realtà. Cioè noi abbiamo fatto decenni di interventi psichiatrici non tenendo conto di funzionamenti mentali e di. Disturbi del neurosviluppo che impattano intorno al 3% della popolazione, più del disturbo bipolare. Questa è una cosa che fra 100
anni ne discuteremo molto. OKE questo nuovamente è stato connesso alla amplificazione dell'informazione, poi è accaduto che se n'è parlato, forse troppo, se ne sta parlando forse male, tutto quello che vuoi, ma non possiamo. Non possiamo pensare di non entrare, noi come medici, in una discussione così profonda, così importante, che riguarda una fetta così grande di popolazione che verosimilmente ha ricevuto diagnosi e trattamenti sbagliati.
Poi c'è il Rinascimento psichemedico, un'altra grandissimo trend, un megatrend delle aziende psicofarmacologiche. In questo momento abbiamo decine di start up che si stanno occupando di. Farmaci che noi psichiatri abbiamo detto che erano semplicemente droghe. E nuovamente il digitale ha amplificato questa consapevolezza. Se ne parla tanto a livello social, se ne parla molto male. Sì, se ne parla anche molto male.
Ma la colpa è nostra, perché noi non possiamo pensare di sottrarci a un confronto con le persone su dei megatrend di questo genere, perché nuovamente poi succederanno cose che
abbiamo già visto. Se noi psichiatri non ne parliamo, non ci mettiamo direttamente in prima persona a discutere di queste tematiche, lo fa qualcun altro e non potremmo lamentarci che lo facciano male se noi non saremo partecipi del della discussione pubblica, se non conosceremo i toni di voce da usare, se non conosceremo le strategie comunicative da usare e se non conosceremo a fondo.
Tutti gli strumenti digitali che oggi ci permettono di essere incredibilmente impattanti nella relazione medico paziente e nel tentativo di preriscaldare le persone all'incontro con la psichiatria che, ricordiamolo, è ancora una disciplina fortemente stigmatizzata e stigmatizzante. Il primo tema di cui volevo parlare con voi in maniera un po' più approfondita è quello connesso. Ai social media.
OK, se prima voi mi avete detto che due di voi Eh, non so quanti siete, ma siete qualche decina due di voi utilizzano e quindi immagino abbiano approfondito il discorso sull'intelligenza artificiale. Scusate se oggi vi faccio fare degli esercizi ginnici, vi chiedo, quanti di voi stanno usando almeno un social media? OK, Strasentiamo il 100%, OK.
É un'informazione scontata, nel senso che 2007 2008 è uscito Facebook. Io per lungo tempo ho parlato di questi temi con i colleghi e i convegni eccetera eccetera eccetera e nuovamente c'era un forte sentimento di svalutazione non tanto dei media in sé, ma dell'interesse che veniva
portato a questi media. Nuovamente il tema era quello, non so se vi ricordate negli anni 90 quando in non so, in Liguria noi c'avevamo i primi telefonini, noi milanesi che dicevamo uè figa il telefonino, quello lì, vedi, quello lì è un po' scemo, c'ha un telefonino OK, nel fino al 1996 giravano frasi di questo genere, quello lì è un po' scemo, c'ha 111 telefono. OK, pensate un po' il
significato di questa frase. Adesso dove chiunque di voi uscirebbe senza le mutande ma non senza il telefono, OKE Pensatelo rimandato al concetto di social media dove nessuno di voi ormai giustamente, non giustamente, non è su un social. OK? Sono passati 18 anni circa. E le cose sono cambiate parecchio. La curva che vi ho fatto vedere all'inizio ha riguardato anche i
social media. Ha riguardato tante cose connesse ai social media e al marketing digitale, la possibilità con cui noi andiamo al cinema, ci occupiamo del nostro Entertainment, vediamo film, compriamo cose, incontriamo gente o ti diamo da mangiare e cose di questo genere. La cosa interessante? E vi prego di smentirmi se qualcuno di voi ha delle
informazioni precise. Un fenomeno così di impatto, e vedremo in che maniera sta impattando, non ha ancora beneficiato di un'attenzione accademica, approfondita multicentrica, internazionale, seria, massiva. Nel senso, abbiamo tanti studi che ne parla, abbiamo tante persone che ne discutono i convegni. Abbiamo tanti che in studio, abbiamo tante ipotesi, abbiamo tante tante cose, ma non c'è ancora uno studio che potremmo definire completo di primissima evidenza a riguardo.
OK che sia stato replicato, sono tutte le cose che sapete. Il primo impatto dei social media è stato questo, questo è il primo articolo che. Che ha riguardato la reazione diciamo del mondo medico ai social media, articolo fortemente critico e che partiva dal fatto che gli i medici si mettevano a fare i deficienti sui social media, sostanzialmente qualcosa del genere. E sul fatto dell'assoluta inopportunità della medicina di prendere parte a questo discorso.
Era un articolo molto, molto critico. Proprio all'albore di di Facebook e parlava di Facebook EE questa quindi è stata la prima reazione che è una reazione tipica del mondo medico. Una reazione in primo luogo di stop. Fermi tutti, cerchiamo di capire meglio. Questa reazione sta durando però davvero da da molto tempo. Negli ultimi anni qualcosa si è mosso, ma ripeto, stiamo ancora
parlando di qualcosa. Che non ha sviluppato la nostra completa e piena attenzione nei confronti di un fenomeno che sta avendo tantissime, tantissime declinazioni nella nostra professione, nel lavoro che noi facciamo con i pazienti nella stessa psicopatologia, nelle manifestazioni, la forma che prende la psicopatologia. Ci sono tanti discorsi da fare sui social media, i social media hanno tantissime declinazioni
per uno psichiatra. In primo luogo è quello che vi dicevo prima, chi sta studiando davvero il digitale? Seriamente OK, per carità, il medicina è accaduto anche con situazioni che comportavano ad esempio la cancerogenesi. in Italia abbiamo avuto dei ritardi enormi prima di affrontare seriamente il fenomeno fast foa o ad esempio in Veneto. Però devo dire che la questione dei social media non so cosa ne pensate voi, ma. È davvero un casino, ragazzi.
Sta veramente generando qualcosa di incredibilmente forte, non solo negli adolescenti. È molto sbagliato pensare che dobbiamo preoccuparci degli adolescenti. A me pare che dobbiamo preoccuparci proprio di tutti. Non so se voi prendete i treni, ma avete presente che è difficile trovare un treno in cui il 90% delle persone di mattina presto o di sera tarda, qualunque sia il momento della giornata che vi è stato preso il treno in cui non ci sia il 90%
delle persone? Lockdown syndrome a guardare lo smartphone OK è un gesto che ha addirittura delle conseguenze. Chiamiamole chinesiologiche fisioterapeutiche no proprio di di di di di danno. Nella nostra struttura articolare, figuriamoci solo la nostra mente. Ecco, la comparazione sociale è un fenomeno che sta trasformando il mondo, sta ingenerando nuove forme di stress, è il fenomeno più studiato sui social media, sta generando. Psicopatologia nuova sta generando disadattamento nuove
forme di disadattamento. Sono uscite varie serie televisive che ne stanno parlando, ci sono tanti tanti opinionisti che parlano di comparazione sociale. Non so se voi la state vedendo degli ambulatori, non so se voi state vedendo situazioni connesse a questo fenomeno. È un fenomeno che è a cavallo sia delle scienze sociali che della psichiatria sociale, ma che ha una conseguenza molto diretta sulla forma che stanno prendendo le il disagio mentale nei ragazzi, giovani e meno giovani.
D'altra parte i social media stanno anche generando un fenomeno che vedo sta prendendo più o meno questo nome, cioè disturbo, la diffusione dell'attenzione. Cosa significa? Che non è qualcosa che è presente nel DSM? È qualcosa che è presente a livello di discussione tra pari diciamo, se ne parla molto ed è qualcosa effettivamente che è a cavallo anche con alcune
neurodivergenze. Probabilmente è elemento rivelatore e peggiorativo per alcune neurodivergenze, cioè il fatto che ormai la nostra attenzione è fortemente suddivisa parcellizzata tra molteplici attrattori che la stanno in qualche maniera prosciugando. Costantemente. Io non so se vi capita mai di vedere persone che vengono in ambulatorio dicendo io ho paura di iniziare a essere un po' demente, non mi ricordo le parole. Dottore mi fa quei test che fate voi per capire? Non mi vengono.
Quando parlo con sul lavoro vedo che non riesco AA essere lucido. Eh, dormo male, dormo peggio. E tanti fenomeni connessi ovviamente a un utilizzo ormai intensivo, smodato delle periferiche. La tensione è un capitale limitato, è una è un capitale molto prezioso che abbiamo noi ed è ormai un modello di business di moltissime aziende, cioè moltissime aziende. Lucrano sul fatto che la nostra attenzione sia rivolta ai loro prodotti e ai loro servizi.
E di conseguenza è altamente improbabile che questo fenomeno si ridimensioni da solo. È qualcosa che può essere visto come qualunque altro modello di business. È difficile che le sigarette diventino meno diffuse fra le persone se non ci si occupa attivamente della consapevolezza che possono far venire il cancro, l'ictus e l'infarto.
Oppure l'alcol. È difficile che le persone inizino a cambiare dei paradigmi fortemente installati nella nostra mente che risalgono alla nostra infanzia, in cui chiaramente siamo portati a minimizzare, a essere distratti rispetto ai danni dell'alcol. In un mondo che ci dice costantemente bevi, bevi, perché fa bene, perché gli perdi delle cose, eccetera eccetera. Noi qua abbiamo questo problema
al cubo. E oltretutto un problema che si è sviluppato in un tempo record, Facebook ha raggiunto il milione di utenti in un anno, un anno, un anno, un servizio ha raggiunto il milione di utenti. Era la prima volta nella storia che accadeva una cosa del genere. E adesso Facebook è probabilmente Facebook e Instagram metal è probabilmente l'azienda che ha un modello di business più sviluppato di tutte rispetto appunto al mercato dell'attenzione. Sapete che Facebook è gratis,
Instagram è gratis. Quello che noi paghiamo è il nostro capitale attentivo e infatti il modello di business di queste aziende sono sostanzialmente pubblicità, banalmente la cosa più vecchia del mondo, quella che vedevamo da piccoli, no, i cartelli eccetera, la stessa roba no. Quindi è difficile che questo fenomeno vada indietro ed è difficile che si rendano disponibili a condividere i dati
che molto probabilmente hanno. Perché se noi decidessimo che la salute mentale del pianeta è assolutamente una nostra priorità, dovremmo andare a chiedere, come abbiamo chiesto, alle aziende del tabacco, a big Pharma, a bigfoot, e a, tutte le persone che stanno lucrando sul nostro sistema dopaminico. Ecco, bene, in questo senso sarebbe opportuno che qualcuno chiedesse anche a Facebook i dati. Quello che sta succedendo lì forse sarebbe un primo punto di
partenza molto importante. Non siamo ancora a questo livello Eh. Per il momento queste aspettative non sono presenti, non sono totalmente disattese e noi ci dobbiamo in qualche maniera forse al momento diventare molto più partecipi del discorso pubblico su questi temi. Un po' su tutti. Ecco, in realtà lasciatemi dire su anche gli altri, Eh, io sento ancora adesso medici che dicono che bere fa bene, OK? Questo è qualcosa che nel 2025 non si può sentire.
OK, questo non vuol dire che diciamo alle persone cosa non fare noi il nostro ruolo sarebbe di dire alle persone che cosa succede se, OK, io sono per la possibilità che uno sia auto determini come meglio crede, ma stiamo parlando quando parliamo di. Di prodotti, di servizi che agiscono direttamente sulle fondamenta emotive evolutive del nostro cervello, come il sistema del reward.
Beh, dovremmo alzare le antenne e assolutamente entrare nel discorso pubblico, perché le conseguenze le vediamo, le vediamo direttamente, le vediamo negli ambulatori, le vediamo con i familiari, le vediamo con i ragazzi, vediamo come cambiano le psicopatologie e in questo momento, ripeto, c'è molta poca attenzione. Poi c'è un secondo aspetto, un brightside della della questione. Per fortuna, come ogni cosa, c'è anche un aspetto positivo.
I social media ci hanno fatto capire che gli strumenti digitali sono molto potenti. Questo è il dubbio. Sono molto potenti e permettono di cambiare il modo in cui la nostra mente funziona. E questa in realtà è un'ottima notizia. È un'ottima notizia perché se
noi iniziassimo ad approfondire. In maniera molto più seria, molto più tecnica, molto più scientifica, molto più responsabile di queste tematiche, potremmo iniziare a entrare nel campo di un utilizzo positivo delle nuove tecnologie, in particolar modo tecnologie connesse all'informazione. Infatti DTXE digital fenotiping sono due possibilità che avremo
adesso. In questo momento, per far fare veramente un salto quantico alla psichiatria, cioè la possibilità di ridefinire tramite dati big data, quindi dati che ci permettono di oggettivare quello che accade dentro di noi, specialmente nella relazione, nella comunicazione della connessione, quindi di sfruttarli a fini buoni, tutti questi dati che vengono generati dai social media. E nessuno sembra. Interessato a questo? È incredibile questa cosa, questa cosa a me manda i matti.
Non so se voi ci avete mai pensato. Noi ci lamentiamo della possibilità che hanno i nostri colleghi di oggettivare alcune patologie, di avere un anche una dimensione quantitativa più qualcosa anche da presentare alle persone? No, la psichiatria spesso viene criticata per l'assenza. Di elementi oggettivi di comparazione di e di e di diagnosi. Bene il digital fenotiping se n'è parlato parecchio negli
ultimi anni. Se ne sta ancora parlando, ma non è ancora di fatto qualcosa che sta interessando in maniera massiva il dibattito psichiatrico, così come le
terapie digitali. DTX è un acronimo che significa digital therapeutics ed è. Una possibilità di utilizzo di tutti i meccanismi di Game Efication e di reward che usiamo nei social media per cambiare comportamenti disfunzionali, una sorta di CBT sotto steroidi usando il gli strumenti digitali con probabilmente delle collateralità che sono. Tutte da considerare, da scoprire allo stesso modo in cui stiamo facendo con dei farmaci. Ma nuovamente stiamo parlando di
qualcosa di concreto. Cioè non è il futuro questo. Stiamo già usando i social media per cambiare comportamenti. Di fatto dobbiamo iniziare a pensare, se siamo interessati, noi come psichiatri, a usare i social media per cambiare comportamenti disfunzionali. Se abbiamo intenzione di inserirci in questo dibattito. Perché questo è un aspetto
molto, molto interessante. Ripeto, al momento per quello che mi riguarda la discussione sui social media è fortemente stucchevole, la definirei fortemente manierata. Vedo poca scienza, pochi dati insoddisfacente dal mio punto di vista. Io ho preso parte, io ho dei canali social. Ampi, in realtà ho un canale Youtube molto grosso, ma uso anche Instagram, uso anche altre cose ed è tutto nato un po' da qua.
Uno studio che ho fatto assieme a mia sorella tanto tempo fa, in cui mia sorella era infettivologa e insieme ad altre persone abbiamo visto se era possibile usare i social media nel in particolar modo Facebook, in un periodo abbastanza precoce per fare. Educazione, educazione sanitaria, prevenzione, psicoeducazione, insomma, chiamatela un po' come volete. E c'era qualcosa di molto interessante. Si intravedeva già qualcosa di
molto interessante. Questo articolo a me ha girato nella testa tanto tempo, ho provato a parlarne a colleghi, convegni, eccetera, finché poi mi sono reso conto che. E l'interesse non è mai corrisposto a un autentico, diciamo, passaggio all'azione. Quindi provare a usare i social media per fare una cosa che fino a ad oggi non è ancora stato fatto in maniera mainstream, cioè?
Far capire alle persone quali sono gli intenti della psichiatria, qual è lo stile di lavoro della psichiatria, che cosa accade all'interno della psichiatria, qual è l'intenzione di noi psichiatri? Avvicinare noi psichiatri alle persone e soprattutto avvicinare le persone a quello che sono le nostre metodiche di lavoro. È 1 1 lavoro molto importante perché come potete immaginare. Interessa non solo, in realtà interessa molto più ai non psichiatri che agli psichiatri.
Voi sapete che Scientology ha fatto per diversi anni un'installazione continua multimediale in Piazza Duomo a Milano, e a cui ha corrisposto anche 1 1 grosso investimento mediatico sui social media dal titolo Psichiatria e industria di morte, OK. Nel silenzio pneumatico di tutte le società scientifiche nessuno ha detto niente. Due anni, piazza Duomo e Social media dicevano che noi eravamo degli assassini. Io trovo anche questa cosa
piuttosto peculiare. Ecco, mi chiedo se non so qualcuno dicesse che i neurochirurghi sono degli stronzi o che gli oncologi uccidono le persone in maniera così palese. Cosa succederebbe a livello mediatico? EE ogni tanto mi chiedo, qual è il vero livello di interesse e di rispetto che portiamo dalla
vostra professione? Perché quello è stato un caso eclatante di qualcuno che ha parlato della psichiatria, allontanando le persone dai i migliori interventi, dai i migliori lavori terapeutici che ci fossero. OKE, questo non ha preoccupato più di tanto la comunità di noi psichiatri. All'epoca io ero un po' triggerato da sta roba e ne parlavo tanto, forse troppo. Non ho avuto nessun tipo di di di ritorno dalle società
scientifiche. E ancora adesso è un davvero un momento molto particolare della storia della psichiatria. Devo dire che anche negli Stati Uniti non c'è stata una. È enorme risposta da parte degli psichiatri. Nuovamente un elemento, ci sono state delle cause legali, cosa che in Italia non è accaduta. Beh, insomma, questo è. Sarebbe interessante discutere di che cosa è successo in quei due o tre anni in cui è accaduto questo.
Bene, passiamo a un'altro tema che per me è fondamentale, che è. Io lo definirei un'altra opportunità. Slash, rischio, slash, pericolo, insomma, chiamatelo un po' come volete, cioè, cioè questo qua, intelligenza artificiale. Ho fatto un l'altro giorno, l'altro giorno, un paio di mesi fa ho fatto uno stesso sondaggio in una riunione nel contesto del servizio sanitario nazionale della Asl di Genova. In cui una ventina di colleghi medici, nel contesto dell'ordine dei medici, mi hanno dato un
feedback molto simile. Cioè sulla ventina di medici ce n'erano tre che hanno detto che usavano e che erano interessati attivamente all'intelligenza artificiale. Questo a me colpisce, colpisce molto per questa ragione. Questa è in alto, vedete? Il numero di lavori scientifici in ambito medico generale, non solo psichiatrico in ambito di tutta la medicina negli ultimi anni. Quindi dal 1950, dove c'erano già i primi lavori, in realtà il 1951 ce n'era uno fino ad arrivare ad oggi dove sono
diverse decine di migliaia. E il 2026 probabilmente sarà una detonazione di lavori scientifici sull'intelligenza artificiale. Vi ricordate che vi ho detto che Facebook ha raggiunto un milione di utenti in un anno? In unsoloannookpensatechegiag.pt open AI l'agenda di Sam la la l'azienda di Sam Haltman ha raggiunto un milione di utenti in 5 giorni. 5 giorni? OK, credo che pochissimi fossero medici. Da quello che li vedo. Ma un milione di utenti in 5 giorni?
Il livello di addestramento delle intelligenze artificiali LLM, cioè l'Arge Language model, è ormai a livello super esponenziale, siamo passati dall'esponenziale al super esponenziale e abbiamo un livello di risposta a quesiti medici, a quesiti psicologici. Che è realmente impressionante. A me ha fatto tenerezza l'altro giorno che c'è una commissione americana messo su dall'esperto di salute che ha eletto Donald Trump. Sapete chi è l'esperto di salute? Non voglio neanche nominarlo.
Quell'esperto di salute ha deciso che ci doveva essere una commissione per valutare effettivamente le competenze sanitarie delle del Large Language Models. Bene, hanno messo 1, 5 o sei professori universitari a fare un lavoro che è tenero. C'è un'intelligenza artificiale adesso se noi prendiamo, se io Silvia, se tutti assieme noi ci mettiamo qua e facciamo una gara di cultura generale o di precisione, sensibilità, specificità diagnostica con cag.pt verremo umiliati, umiliati.
Vi invito a farlo, se non l'avete mai fatto verrete umiliati. Ma non solo da un punto di vista culturale, di competenze medico sanitarie o di diciamo sensibilità diagnostica sempre del campo dello scritto, ma adesso anche del parlato e a breve anche di avatar super
realistici. Stiamo vedendo la crescita di competenze relazionali da parte dell'intelligenza artificiale e lì e lì c'è c'è il vero problema, nel senso che noi psichiatri per definizione dovremmo essere persone super esperte di relazione, di relazioni, di comunicazione e di cambiamento, cioè dovremmo sapere. Comunicare le persone in una prospettiva di cambiamento.
OK, se io dico a una persona devi prendere tre capsule di litio da 300 per 10 anni, deve essere molto bravo a essere esperto nella comunicazione e nella possibilità di far morire il cambiamento nelle persone. Su questo ho dei dubbi. Li ho su di me, li ho sui miei colleghi, li ho su anche i
massimi professori universitari. Nel senso, vedo pochi esperti di comunicazione, vedo poche persone che si preoccupano di questo elemento, ad esempio nel nella, nella scuola di medicina, nella scuola di specializzazione, fino ai miei tempi. Ma credo che i vostri nessuno ci ha mai. In realtà a me nessuno ha mai insegnato, dalle elementari alla specialità, nessuno mi ha mai insegnato a comunicare, ad esempio.
E questo è strano perché noi medici abbiamo bisogno di comunicare non solo nell'uno a uno, ma di comunicare con i nostri colleghi. Comunicare davvero, cioè comunicare efficientemente con i colleghi, comunicare con un audience, avere le competenze per trasmettere le nostre idee, vederle poi inficiate, vederle discusse no con altre persone e comunicare poi alla fine anche sui social media. Quindi poi vedremo anche per ecco l'intelligenza artificiale
quindi al momento è sicuramente. Detentrice della delle nostre competenze tecniche, cioè non c'è nessun professore universitario che performa meglio di cg.pt. Che cosa succede adesso? Allora l'intelligenza artificiale è utilizzata da ad esempio da tantissimo tempo sugli aerei, OK? Quando non so, se voi avete un amico che fa il pilota saprete che ormai non c'è nessun aereo
che funziona. Insomma, col pilota che va alla bersagliera e a terra OK, c'è il copilota che è un'intelligenza artificiale che potrebbe fare il lavoro che fanno completamente i piloti e non lo fanno. E vediamo perché. Le automobili si guidano da sole e fanno molti meno incidenti di noi esseri umani, tant'è che se c'è un incidente di un'automobile ne parlano il giornale di mezzo mondo. Un'automobile guidata dall'intelligenza artificiale.
Se io faccio un incidente diciamo non è una notizia sui giornali. E inequivocabilmente ovvio che l'intelligenza artificiale guida anche meglio le automobili, è inequivocabile che molto del lavoro medico adesso sarebbe completamente sostituibile. Da intelligenze artificiali tutto quello che è radiologia, cioè fenomeno di pattern recognition. Noi siamo incredibilmente meno bravi dell'intelligenza artificiale, cioè se io ho un neo e voglio vedere il suo melanoma me lo becca 100 volte.
Meglio un'intelligenza artificiale, ma non lo stiamo ancora facendo e poi vedremo perché. Idem per molte altre aree, cardiologia eccetera. Ma la cosa interessante. E che anche la psichiatria, forse la psichiatria più di tutte le altre, è e sarà impattata dal fenomeno dell'intelligenza artificiale. Io conosco bene il dottor pelliccia della DM Italia. IBM ha da circa una ventina d'anni un algoritmo.
Di riconoscimento vocale, di analisi della prosodia che è in grado, documentato scientificamente, diciamo da studi di primissimo livello a livello mondiale in varie lingue. Riconoscere l'eloquio psicotico almeno quanto un essere umano. Ecco, io mi sono sempre chiesto, gli chiedo sempre, ma qualcuno TI ha chiesto se loro lo darebbero, gratuitamente, a scopo di studio alle università italiane? Nessuno si è mai interessato di
questa roba? Adesso probabilmente quella cosa lì è un po che non vedo questa persona, ma quella roba lì è ormai totalmente superata dai il large model, quindi noi psichiatri abbiamo la possibilità nuovamente di avere dati oggettivi. Nuovamente di avere una fenotipizzazione digitale di molti aspetti delle
psicopatologie. Grazie a questi strumenti avremo la possibilità di analizzare grandi flussi di dati, magari proveniente dai social media, magari non solo per venderci delle cazzo di Robe su Amazon, per targettizzarci, per il marketing, ma magari per qualcosa di utile. OKE adesso si può fare questa roba e io non vedo tantissima gente che si sta muovendo in questa direzione. Diagnosi e terapia ricerca. Abbiamo degli strumenti per la ricerca incredibili? No, questi qua del digital affo,
notai eccetera. Come mai non siamo ancora completamente sostituiti da un'intelligenza artificiale? Perché stiamo opponendo c'è questa roba di fatto. Forse precocemente, forse inconsciamente e forse anche in connessione a un elemento che sta facendo sì che l'intelligenza artificiale non sostituisca da subito tantissime attività. Il problema grosso è solo uno, a
chi dare la colpa? In questo momento qua non abbiamo ancora aziende che si sono strutturate per avere la colpa diretta di quello che può essere un danno connesso all'utilizzo costante e full dell'intelligenza artificiale negli aerei, negli algoritmi di riconoscimento degli elettrocardiogrammi, nel pattern recognition della radiologia. Cioè per adesso noi esseri umani sembra che serviamo quasi solo per essere incolpati di qualcosa.
EE questo è qualcosa però che cambierà abbastanza velocemente. Potremmo opporci ma in realtà opponendoci ci opporremmo anche alle opportunità che abbiamo. Non so se in scienza e coscienza noi dovremmo opporci alla possibilità di avere un copilota, magari integrato in una cartella clinica, magari veramente utile per sbagliare diagnosi, per non sbagliare
diagnosi. Per impostare meglio le terapie, per avere un confronto con un con un'entità che in qualche maniera possa validare o mettere in crisi le nostre scelte, possa ridiscutere con noi quello che sta accadendo, no? Al giorno d'oggi chi fa software, chi sviluppa codice, difficilmente non si appoggia a un raffronto diretto con
l'intelligenza artificiale. No copilot Microsoft molto usato, ma lo stesso che il g.pt viene molto usato e quindi l'utilizzo dell'intelligenza artificiale come copilota dovrebbe essere velocemente inserito nella nostra attività clinica. Molto velocemente. Perché? Perché mentre noi non la stiamo usando, c'è molta gente là fuori che la sta già usando. E uno strumento così non è mai esistito prima della storia.
I social media in qualche maniera ricalcano una dimensione comunicativa che ancora riconosciamo, il gruppo, il network, il Tam Tam. Insomma c'è qualcosa di ancestrale che ancora dimora nei social media, dal mio punto di
vista. L'intelligenza artificiale, cioè un'entità artificiale che compete direttamente con quello che è considerato il il sottoprodotto del nostro corpo più strabiliante che sia mai apparso nella storia dell'umanità, del del del pianeta terra, forse anche di questa pezzo dell'universo, cioè la l'intelligenza umana, queste competenze cognitive, è messo direttamente sotto attacco da questo, da tutto questo. E nuovamente io sono stupefatto.
Di come ci sia molta poca attenzione a qualcosa che sta trasformando probabilmente ancora di più, ancora di più dei social media, di Internet, del digital marketing, questa società. Perché è indubbio che molti lavori verranno assicurati, e lo sappiamo tutti e non credo. Che ci saranno più lavori che arriveranno in sostituzione di quelli vecchi connessi all'intelligenza artificiale è un'ipotesi molto, molto ottimistica.
Se ne discute attivamente su questo, su questo tema, ma di sicuro noi, noi medici abbiamo perso quella che era dal nostro punto di vista un'autorevolezza che in qualche maniera ci veniva data con la laurea, cioè di sapere cose in questo momento con cialg.pt in mano. Qualunque paziente potenzialmente ne sa più di noi in un testa a testa è un dato talmente grosso, talmente ovvio, talmente grosso che merita a mio parere alla nostra completa attenzione, ma la nostra
completa attenzione e spero che non ci vorranno 18 anni. 18 anni per capire come stanno le cose, cioè di quanto sia importante che noi medici, noi psichiatri, entriamo velocemente in questo dibattito, parte attiva in questo dibattito, che iniziamo a portare avanti delle nostre idee e che in qualche maniera prendiamo parte anche alla dimensione di quello che sarà inevitabilmente un regolatorio connesso all'intelligenza
artificiale. Non solo in medicina, ma a livello sociale, perché questo è un fenomeno che ha una portata superiore, probabilmente all'elettricità superiore a quello che c'è stato su Internet, proprio perché ha a che vedere con quello che noi abbiamo avuto. Probabilmente non tutti, ma alcuni hanno di più caro, cioè è la nostra intelligenza, le nostre capacità continue. OK, questo vorrei che. Vorrei farvelo passare come messaggio molto grosso, da pandemia.
OK, che diamine fare, che cosa possiamo fare noi medici in questo momento, noi psichiatri in particolar modo allora nuove competenze, di sicuro capire cosa sta succedendo, di sicuro, spingere per un approccio di analisi etica, di sicuro. Ma anche capire quale poi sarà il nostro ruolo, perché il nostro ruolo è minato alla base da tutto questo.
OK, se chiunque con in mano un telefono ha una knowledge base simile a quella di un medico, beh è la stessa identità di medico viene messa sotto sotto scacco. OKE, adesso. Io posso immaginare. Qual è la obiezione che avete in mente, che molti di voi hanno in mente? Beh, ma la medicina non è solo conoscenza, la medicina è comunicazione. Ragazzi, guardiamoci bene negli occhi. Voi vi ritenete voi ritenete che la comunicazione sia la vostra
prima competenza? E se io chiedessi a ognuno di voi qual è il vostro modello teorico di riferimento per la comunicazione medico paziente, voi avreste le idee chiare su qual è la risposta? A me nessuno me l'ha mai spiegata. Sta roba qua non so. Voi se avete avuto fortuna, questo è il grandissimo elefante nella stanza e forse l'opportunità che ci stanno dando tutte queste nuove tecnologie, cioè quello di iniziare a fare quello che diciamo di fare ai convegni.
E che nessuno fa e che nessuno insegna, a cui nessuno sembra essere interessato, cioè a far diventare la comunicazione l'elemento chiave, l'elemento chiave del nostro lavoro, perché è l'unica cosa su cui avremo controllo e probabilmente è l'unica elemento di valore differenziante che avremo nei prossimi 3 5 anni rispetto a un utilizzo di intelligenza
artificiale pura. La nostra possibilità di tradurre in maniera empatica, di essere connessi, di far riferimento a tutte le dimensioni, i neuroni specchio, tutte le cose che probabilmente sapete, sappiamo, eccetera, con i nostri simili, l'efficacia comunicativa per adesso è ancora potrebbe essere ancora dalla nostra parte. Io non so se li guardate in giro, non parliamo di noi tutti gli altri, Eh. Io non vedo così tanta competenza comunicativa in ambito medico generale.
Io ho faticato tantissimo. Io mi sono reso conto drammaticamente di avere problemi grossi di comunicazione più di una volta nel corso della mia vita, per cui a un certo punto è diventato un po' un'ossessione per me. L'idea di imparare quasi in maniera scientifica, mi viene da dire. A comunicare, perché c'è bisogno anche di quello. Non è solo una qualità, chiamiamola che nasce dal cuore. Certo, certamente ognuno di noi ha un capitale emotivo, empatico, che può mettere a
disposizione dell'altro. È qualcosa che passa da altri step, sapere quali sono le tecniche di comunicazione efficace, difendere in maniera incredibilmente potente. La dimensione che permettano i medici di comunicare, che è lo spazio del tempo, spazio e tempo. Cioè per comunicare abbiamo bisogno di spazio e di tempo. OK, io vedo troppo spesso noi psichiatri cedere al fatto di vedere, non so, sei pazienti in un'ora, sei pazienti in un'ora
non si può comunicare. Cioè bisogna arrenderci a questo livello, AA questo, a quello, a quello che che è un'ovvietà, OK. Più si ridimensiona lo spazio temporale, più si risica la possibilità che noi abbiamo di dare del tempo alle persone davanti a noi e meno diventiamo efficaci sul piano comunicativo. La comunicazione passa anche da una dimensione di autenticità. OK, io non so cosa pensate voi dei degli esperti di psichiatria, quelli affettati no?
Avete presente i convegni? Quelli io mi sono sempre chiesto, ma come cavolo fanno a parlare con le persone? OK, avete presente Alberto Sordi o cara la mia signora Lucia? No, questa recita caratteriale terribile che stiamo portando avanti da decenni. Noi medici OK, se c'è un'unica cosa che ci differenzierà da delle macchine, saranno questi aspetti di imprecisione, di piccole sbavature, di anche di.
Di indecisione, di difficoltà. OK, questo è quello che potrebbe connetterci, che ci può in realtà connettere di più con le persone, renderci più efficaci. Noi abbiamo pensato per tanto tempo che fosse un'autorevolezza imposta, quasi sacerdotale. No, di noi medici, la laurea le cose. E quello ci avrebbe reso automaticamente efficaci nella relazione, OK. Peccato che non è così.
Peccato che su tutti i libri di medicina, nelle prime due pagine, quelle che tutti saltano, c'è scritto che quando noi diciamo di fare qualcosa a una persona, quella persona lì nel 60 o più percento dei casi non la fa. Non la fa. Anche quando avremo la migliore informazione possibile, la terapia più precisa, più studiata, più bella di tutte da proporre a dei pazienti, ci si riproporrà il grande tema del cambiamento.
E il tema del cambiamento passa inevitabilmente dal tema della comunicazione, una comunicazione efficace, una comunicazione che sia strategica, rivolta alle persone in modo tale da favorire il cambiamento. L'ordine medico è crollato, è fallito, se esistesse l'ordine del medico noi potremmo tranquillamente prendere e andarcene, perché a quel punto una persona schiaccia un bottone e la macchina ti ordina di fare qualcosa, oppure qualcosa del genere.
Ecco, in questo momento abbiamo ancora una grossa opportunità. A mio parere è un'opportunità che dobbiamo prenderci con una certa forza e con una certa consapevolezza, iniziando sicuramente anche ad approfondire il tema dell'intelligenza artificiale perché, ripeto, per qualche anno ancora saremo noi a essere. Più che depositari, diciamo, serbatoi transizionali di informazioni.
OK, perché non so quanti di voi in ambulatorio si sentirebbero un po' meno tranquilli se non ci fosse il computer. OK Google, Interazioni, Farmaci, terapie, nomi commerciali. OK anche i professori, succede, infilare non ve lo diranno mai, ma succede a tutti. Se noi abbiamo Google è meglio e se noi abbiamo Google è meglio anche per il paziente che sta
davanti a noi. OKEA1, certo punto dovremo arrenderci, che sarà meglio se avremo un'intelligenza artificiale, se ci saremo dedicati a capire sull'intelligenza artificiale affidabile, se sapremo utilizzarla al meglio, eccetera eccetera eccetera. Ma il passaggio veramente cruciale di tutto questo sarà il fatto che noi dovremmo diventare degli esperti incredibili di
comunicazione. Proprio per favorire il cambiamento nelle persone, il lavoro in medicina è sempre e comunque non solo un lavoro di informazione, quindi di accesso alle migliori informazioni possibili e di conseguenza un lavoro di di di trasformazione di queste informazioni in terapia, ma è anche un lavoro di trasformazione sulla persona. Ok di cambiamento. C'è un'altro elemento a nostro
favore. Che ha sempre a che vedere con l'elemento comunicativo è quello connesso all'acquisizione di informazioni, cioè per il momento noi esseri umani siamo probabilmente più sensibili, più bravi della macchina ad estrarre informazioni dai nostri simili e quindi a mettere informazioni precise nel processo diagnostico quando c'ha GPP. Fallisce in una percentuale di casi sulla diagnosi.
Non è perché l'algoritmo non abbia lavorato bene, è perché in data entry è stato sbagliato, probabilmente sono state messe informazioni sbagliate o cose del genere. Questo è un bias molto noto, che si sta studiando, eccetera eccetera. Probabilmente per tanto tempo noi esseri umani saremo ancora i migliori agenti percettori di informazioni da parte dei nostri siti.
Quindi? E nuovamente la bidirezionalità della comunicazione l'elemento che ci potrà, come dire, far andare ancora un po' avanti, essere pagati per il lavoro che stiamo facendo per qualche anno perlomeno. Poi vedremo. Insomma, è è tutto il cambiamento molto veloce. Quindi comunicazione a sorpresa, OKE, forse, per fortuna. Perché ragazzi, ad oggi nessuno si è occupato più di tanto dell'elemento comunicativo. C'è poco da fare, nessuno se n'è occupato.
Ci stiamo rendendo conto adesso con tutte le trasformazioni in atto, con l'ascesa delle competenze psicologiche psicoterapeutiche, con la sempre più crescente mole di dati che ci dicono che in alcuni casi funzionano meglio le psicoterapie piuttosto che i farmaci.
Qua apriremo un discorso enorme, OK, enorme, e quindi nuovamente il fatto che le parole, che la relazione possa essere un elemento curativo, ancora di più di un elemento che è ovviamente importantissimo, fondamentale, ma che noi abbiamo certamente un filino esagerato, ecco negli ultimi decenni ad utilizzare nella nostra pratica, proprio perché ovviamente quando hai un martello tutto sembra un chiodo. Quando dice il famoso.
Famoso proverbio bene, tutto questo ci deve in qualche maniera spingere ad approfondire intelligenza artificiale e comunicazione. Il digitale ha anche influenzato a mio parere le 4 4 attività che dovrebbe un medico moderno un medico normale fare nel 2025, cioè dovrebbe fare attività clinica. Dovrebbe insegnare se ha delle cose da insegnare ai suoi, ai suoi colleghi, a ognuno di noi ha qualcosa da insegnare, imparare e dovrebbe divulgare questo tema. Lo capite?
Per me è molto importante perché Io credo fortemente alla dimensione e all'importanza che la divulgazione ha nella popolazione generale. È fondamentale la divulgazione permette di ottenere quattro risultati che sono davvero, davvero grossi, preriscaldare il rapporto con le persone fondamentale una delle domande più richieste sul web è, cosa succede nella visita con lo psichiatra? La gente ha fantasia su quello che succede nella visita con uno
psichiatra. È una propria una domanda che fanno cosa succede quando io chiudo la porta e ho davanti a uno psichiatra che di anni ne vi farà, questo psichiatra mi leggerà nel cervello eccetera. La questione dello stigma, che è un tema fondamentale in questo momento storico. Lo stigma è il coltello nel costato di noi psichiatri ormai da decenni, e non ce ne stiamo occupando, non ce ne stiamo occupando minimamente. Allontana le persone dalle migliori evidenze di cura, sempre e comunque.
La colpa è solo nostra, solo nostra. Non c'è nessun altro, la colpa è nostra. Vostra, mia, di tutti coloro che fanno psichiatria e lo stigma lo controbatti con un'informazione che sia empatica, autentica, chiara a livello della. Mass mass market, diremmo. Ecco, deve essere fatto in questa maniera.
Cioè dobbiamo diventare competenti della comunicazione anche per essere delle persone che lavoreranno contro lo stigma che riguarda la nostra professione, i nostri strumenti terapeutici, il nostro modo di agire. Abbiamo campagne fatte sul TSO, campagne fatte sull'elettroshock, fatte da persone che non sanno nulla ma che parlano di psichiatria. Bene, io spero che voi vi siate stufati. Di sentire queste persone e che non siate, come dire, superiori a questo.
Perché tutto quello che non faremo noi in questa direzione lo farà qualcun altro. Perché la salute, la psichiatria, è comunque un serbatoio di potenziali clienti per molte nicchie di mercato. OK, è paradossale che adesso la maggior parte delle persone sia di psicoterapia con delle.
Piattaforma online non ho niente contro le piattaforme online, ho però qualcosa contro dei modelli di business che si basano sul fatto di fare diagnosi, perché il rischio di sovra diagnosticare, diagnosticare male. OK, non non entro nel tema perché è un tema molto complesso, ma che dovrebbe interessarci, dovrebbe interessarci, perché poi là fuori fanno dei grandi Casini. E poi alla sera tutti i pronto soccorsi.
OK, non è che se uno fa un casino poi la piattaforma online c'è un pronto soccorso, ce li ritroviamo noi dopo anni. OK, perché lo sapete come funziona in psichiatria? OK, la psichiatria è diversa dalle altre discipline. Se io faccio un casino a tempo zero il problema non lo vedrò a tempo 01:10, neanche a un'ora, neanche un giorno. Il tempo sarà sei mesi magari. OK, mia moglie fa l'anestesista se lei fa un casino al tempo 00:05. E capisce che ha fatto una stronzata.
OK, noi psichiatri purtroppo siamo rinvigoriti del nostro narcisismo per questo bias molto banale, io faccio un casino qua e il casino poi lo vedremo i risultati a sei mesi, OK, bene, queste piattaforme qua stanno a mio parere facendo già Casini di questo genere. Perché si basano su cosa? Sul turn over del terapeuta? No, non mi va bene quello, vado avanti. Quindi sull'assenza di
comunicazione efficace. Sull'assenza di una vera relazione medico paziente, sulla possibilità di soddisfare quello che ci sta rovinando in questo momento, un continuo perenne passaggio a un nuovo inizio, una nuova relazione terapeutica. OK, questo è il modello di business. Se io ho 300 psichiatri, 300 psicologi e dico alla persona guarda, non ti trovi bene qua, tranquilla, spendi uguale e passi a quello dopo più bravo. OKE va avanti così. Queste sono cose che dobbiamo veramente affrontare
direttamente. Il tema della psicoeducazione è un'altro tema molto importante, molto, molto importante. La psicoeducazione non viene fatta mai perché è qualcosa che richiede tantissimo tempo uomo, tantissimo tempo uomo è qualcosa che può essere magari fatta anche in modalità ibrida, magari si può utilizzare l'intelligenza artificiale se sappiamo usarla, magari si può utilizzare una modalità in cui ci sono esseri umani, ci sono magari dei video, magari ci sono.
Tutte le risorse che possiamo avere dei podcast OK, però probabilmente è meglio se passa da dai medici. Se io voglio fornire delle informazioni di valore alla popolazione, devo essere sicuro che sto fornendo informazioni con le migliori evidenze possibili. Ok? E che non abbiano secondi fini di alcun tipo. Ok, là fuori sono tantissimi contenuti che al loro interno hanno un virus, che è quello ad esempio non so. Di di di, di fare cose, di farti
comprare un integratore. Cose di questo genere che se noi ci dedichiamo come psichiatri, come medici, al tema della psico educazione, potremmo farlo davvero bene. E dovremmo addirittura immaginare che questo sia qualcosa che venga considerato di primaria importanza. Perché se noi diamo buona informazione alle persone, abbiamo la possibilità anche di fare prevenzione autentica, prevenzione primaria e prevenzione secondaria.
OK quindi permettere e la prevenzione secondaria in psichiatria ragazzi ha come primo blocco lo stigma, cioè nel senso la maggior parte delle persone non vengono alla nostra osservazione perché sono convinti di andare in un posto dove ti faranno l'elettroshock, dove ti fanno il TSO, ti riempiranno gli psicofarmaci. Dottor, dove riempiono gli psicofarmaci che poi domani devo andare a lavorare, OK, tutte
queste cose qua. Quindi è veramente importante la divulgazione, specialmente in psichiatria. E questo è un tema di cui, a mio parere bisognerà parlare anche a livello universitario, perché chiunque può acquisire gli strumenti per comunicare meglio. Chiunque può, se consapevole dell'importanza della cosa, può fare un suo percorso per diventare un divulgatore, per diventare una persona che dà il suo contributo, magari in maniera molto verticale.
No, in questo momento ci sono. C'è tantissimo bisogno, ad esempio, di parlare in maniera. Corretta, giusta, scientifica di neurodivergenze perché c'è un fenomeno che il social hanno fatto esplodere. No, siamo tutti ad HD, non lo è nessuno, siamo tutti, stiamo tutti pazzi, non siamo pazzi. Ecco questo è un punto importante perché se non lo faremo noi lo farà qualcun altro.
OKE comunque oltretutto ricordiamoci che benché tutti parlino di neurodivergenze ci sono molte neurodivergenze che sono comunque sotto diagnosticate. Perché poi magari le persone si accontentano di entrare nel mainstream e magari proprio chi ne ha più bisogno non viene a contatto con una percorso diagnostico preciso. E invece ci sono persone che decidono che sono ADHD così perché lo è elon musk eccetera eccetera.
Insomma, è un tema che non credo possa passare inosservato, specialmente per chi come voi è in una fase di formazione. Sta concludendo la sua formazione. A dirvi queste cose Eh, quello che ho fatto io è che è è stato un ottimo risultato. È successo in 8 anni, non è successo in due giorni e io ho lavorato tantissimo. Ho dovuto. Fare le stesse cose. Tante volte studiavo, una cosa la dicevo, invece che pensarmela leggermela dicevo, va mette la telecamera, andate a vedere i
miei primi video. Facevo schifo, cioè ero veramente imbarazzante. Le prime cose che facevo, le prime volte che ho registrato il video mi sentivo stupido eccetera eccetera eccetera. Però se ce l'ho fatta io veramente ce la può fare. Chiunque a me è sempre interessato al tema della comunicazione ed ero anche volenteroso di farlo in contesti magari di convegno. Però è diverso poi iniziare a farlo sui social media, perché ci sono tantissimi problemi diversi che escono fuori.
Cioè quando una persona inizia avere un impatto, emergono problematiche di odio, emergono problematiche di incomprensione. Ti rendi conto che non sempre sei chiaro, ti rendi conto che puoi lasciare dei messaggi ambigui alle persone. Inizia a crescere il senso di responsabilità e questo fa molto bene perché a me ha permesso di chiarire tantissimo le mie idee. E mi ha permesso di entrare in contatto con persone che non sono psichiatri, ma che mi sono stati più d'aiuto di 100.000
psichiatri. Conoscete ADH Biology? Quella ragazza lì ha una pagina Instagram fantastica sulla DHD, è quello è un lavoro che dobbiamo fare noi. Grazie di essere venuta. È un lavoro che dovremmo fare noi, cioè sono molto contento che lo stia facendo Barbara. Ma ripeto, è un lavoro che dovremmo farlo noi, magari collaborando con persone, con pazienti che possono diventare
pazienti esperti. Possono diventare pazienti che ci possono aiutare a diventare più consapevoli, più competenti nel nostro lavoro di divulgazione e in più ci potranno sicuramente fornire del valore perché non c'è niente. Di più utile dal mio punto di vista, di parlare in maniera molto aperta, diretta con persone che giustamente diciamo frequentiamo in un setting medico paziente, ma è molto
interessante. Espandere quando si può questa dimensione esplorativa, avventurosa della nostra professione, anche con persone che in quel momento non sono nostri pazienti, ma sono oggetto, dovrebbero essere oggetto del nostro massimo interesse. No, proprio perché stanno magari facendo un buon lavoro, stanno parlando in maniera prudente, accurata, chiara, scientifica di quello che sta accadendo a loro, magari in altri contesti. Allora, per arrivare più o meno alla.
Alla chiusura e poi sperando di fare quattro chiacchiere assieme, i punti sono sono questi. In relazione è una parola che resta ancora vuota, dal mio punto di vista, per molti di noi, ma potrebbe essere forse l'unica nostra salvezza, nostra salvezza relativa, diciamo professionale, Eh, l'unico strumento che probabilmente vale davvero la pena approfondire, Eh, per la diagnosi, per la
terapia. La relazione, ovviamente in psichiatria passa per delle variabili molto fastidiose, Eh, relazione vuol dire urla, odori liquidi, sputi, caratteri impossibili Eh, persone davvero difficili con cui relazionarci. Però se abbiamo fatto psichiatria ragazzi, insomma, lo sapevate dove stavate andando? Ecco, è da lì che si passa.
Beh, la psichiatria è quella. Cioè non vorrei che pensaste che aveste mai pensato che la psichiatria sono i grafici in cui ti fanno vedere l'efficacia di pali peridone su quella dimensione, cioè la psichiatria è quella. Cioè, per carità, sono anche le informazioni. Ma abbiamo capito una cosa, che sull'informazione fra un pochino sarà un gran casino. Cioè non le informazioni sarà l'ultimo, saranno gli ultimi dei nostri problemi.
Probabilmente. Cioè dovremmo iniziare a muoverci in un ambito che spesso non è così piacevole, cioè quello della relazione. Cioè, se non vi piace entrare in relazione con le altre persone, avete sbagliato mestiere. Ve lo dico sinceramente. Cioè stare in relazione con gli altri, essere incuriositi da quello che dicono gli altri. Cioè lo psichiatra è quello che sull'autobus ascolta i discorsi della persona vicina e si fa i cazzi degli altri quello e ti
pagano pure per farlo. Devi essere molto interessato a tutte queste cose, all'odore agli odori brutti a quell'odore che c'è nella corsia è così? Cioè è così. Quindi la relazione in tutte le sue dimensioni in psichiatria è
veramente complesso. C'è anche un'altra possibilità però, è quella di stringere relazioni digitali, no, c'è la possibilità di creare relazioni in contesti anche nuovi, magari vivificanti no, permanere professioni un po' stantie dopo un po' uno che fa tanto tempo, lo psichiatra, magari gli fa piacere anche provare nuove forme di relazione, quindi quelle digitali. Però sempre di relazione si tratterà. E quindi questo è un punto importante. Perché è importante?
Beh, perché la relazione poi ci porta al focus del lavoro di qualunque medico, cioè qualunque medico di lavoro. Porta cambiamento negli altri. Qualunque sia il lavoro che stai facendo tu, stai provando a far cambiare una persona in qualche maniera. E questo il superpotere che abbiamo noi medici, che dovremmo avere noi medici ed è qualcosa che credo che per il momento sia ancora di pertinenza dell'essere
umano. Per il momento, perché ormai mi viene da dire così, non so bene che succederà, ma al momento
potrebbe ancora essere così. Potrebbe essere l'unica vera funzione di noi medici, cioè di fare veramente transizione fra una knowledgebase che ci viene in aiuto dall'intelligenza artificiale EE utilizzare tutti gli strumenti di comunicazione, incluso i social MEDIA, inclusa la relazione uno a uno, inclusa la relazione con i nostri colleghi, quindi far convergere, far collimare tutte queste competenze di relazione nella possibilità poi di portare realmente al cambiamento una
persona. Questo è il messaggio che volevo darvi oggi, tutta questa grande iperbole alla fine importa questo e spero che avrete voglia adesso di scambiare qualche parola con me e di fare una bella discussione diretta, informale, autentica.